Giuseppe Prezzolini: il Manifesto dei Conservatori

Quando pubblicò il Manifesto dei Conservatori (1972), Giuseppe Prezzolini aveva 90 anni. 
E tuttavia era lucidissimo.
Quindi ben chiaro gli appariva quale dovesse essere il compito del conservatore. E da quali insidie dovesse ben guardarsi:
Prima di tutto il Vero Conservatore si guarderà  bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende “continuare mantenendo”, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. Il Vero Conservatore sa che a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a principi permanenti” (pagina 47, Rusconi Editore).
Quindi il Vero Conservatore non ha nulla a che spartire con il tradizionalista.
Con chi rifiuta il tempo, le innovazioni quanto i cambiamenti, suggerendo soluzioni sempre eguali.
Il Vero Conservatore è diverso da chiunque consideri ogni aspetto della Tradizione come sacro e intoccabile.
Il Vero Conservatore, di contro, vuole conservare – della tradizione – solo ciò che ancora abbia utilità  per il proprio popolo.
Non già ciò che – rivelatosi sbagliato e dannoso – possa produrre nocumento.
In più, il Vero conservatore (che nulla ha a che vedere con i retrogradi), ovviamente mai potrebbe essere omofobo o xenofobo.
Il Vero Conservatore, inoltre, mai potrebbe farsi dettare l´agenda politica dal Clero:
Il Vero Conservatore rispetta la libertà  dei culti religiosi, ma non permette ad alcun gruppo religioso di esercitare influenza sulla vita politica della società ” (pagina 54).
Il Vero Conservatore si guarderà  bene dal dare un sigillo religioso alla propria dottrina, perché la dottrina del Vero Conservatore non è fondata sopra una rivelazione ma sopra i fatti e il ragionamento” (pagina 48).
Il Vero Conservatore, poi, mai potrebbe farsi “braccio armato” del Clero, cercando di fare proseliti, crociate e “convertire alla fede” persone:
La religione ha certamente un grande valore. (…) Ma quando il sentimento religioso si va logorando o scompare, come accade oggi da per tutto e per tutte le religioni (già  si parlava di “secolarizzazione”, ndr), non lo si può far rivivere semplicemente per ragioni e con mezzi politici” (pagine 43 e 44).
Da che se ne desume – ovviamente – che il Vero Conservatore sia altro rispetto ai cosiddetti teocon o atei devoti (espressioni evidentemente recenti): o conservatori religiosi (altresì detti: tradizionalisti).
Ancora.
Il Vero Conservatore è ovviamente un innovatore:
Il Vero Conservatore è persuaso di essere, se non l´uomo di domani, certamente l´uomo del dopodomani” (pagina 47).
Il Vero Conservatore accetta la necessità  di cambiamenti politici, poiché la storia è cambiamento continuo; ma vuole che il cambiamento avvenga con prudenza, con calma, con successivi e tempestivi gradi” (pagina 49).
Il Vero Conservatore è sempre e solo massimamente pragmatico:
Il Vero Conservatore è per la natura contro l´astrattismoper il provato contro il teorizzato, per il permanete contro il transeunte” (pagina 48).
Il Vero Conservatore, mai si sognerebbe di imporre il “proprio credo”, i propri valori (come ben dice anche Desiderio) ad altri.
Al Vero Conservatore è sufficiente essere tale. Nella sua vita:
Il Vero Conservatore sa che la fonte maggiore del rispetto sociale è l´autorità , che l´esempio vale più dei discorsi; e quindi cercherà  di essere un campione, insieme con la propria famiglia, delle virtù che fanno generalmente guadagnare l´autorità : ossia il compimento dei propri doveril´onestà  personale, la capacità  di giudizio non partigiano, il mantenimento della parola datala specchiatezza dei costumila coerenza dell´azione con il pensiero, la modestia nella vita sociale” (pagina 53).
Il Vero Conservatore non crede che gli uomini siano delinquenti o bravi cittadini in virtù delle istituzioni; ma che ci sia in ciascun individuo qualche principio che lo rende, fin dalla nascita, contento e desideroso o no di giovare alla società ” (pagina 56).
Inoltre – e mi riferisco ai tempi nostri – il Vero Conservatore mai si sognerebbe di accusare la società  – e soprattutto il mercato (la televisione, la pubblicità , le “veline”, i “tronisti” ecc. ecc) – per il fatto che i cittadini mostrino forme di devianza:
Il Vero Conservatore è piuttosto pessimista per naturanon crede che gli uomini nascano buoni e siano fatti cattivi dalla società , bensì che quel poco di buono che ci si può aspettare dagli uomini è il risultato lento di secoli di lotta e di compressione della società  per ottenere da esseri naturalmente aggressivi uno sforzo alla collaborazione. Il Vero Conservatore sa che la devozione alla patria, il senso del dovere, il rispetto umano sono virtù di pochi” (pagina 57).
Il Vero Conservatore, poi, aborrisce gli utopisti. Che cagionano danni e non risolvono problemi. In più è sempre realista:
Il Vero Conservatore non ha nostalgia del passato, giudica severamente il presente, e non gli sorride l´immagine del futuro; egli sa che i governi son tutti, all´incirca, oppressivi, tutte le rivolte creatrici di tirannie, e le felicità  sognate tutte irraggiungibili; perciò teme i trapassi, le rivoluzioni, le agonie delle attese, le turpitudini delle promesse, i trionfi dei profittatori; e dice agli uomini di contentarsi di ritocchi sensati, di riforme serie, di pazienti creazioni di nuovi sistemi” (pagina 60).
Essendo pessimista e realista, ovviamente, il Vero Conservatore non può che essere un antistatalista e un iperliberista:
Il Vero Conservatore sa che l´estensione della burocrazia, (…) l´aumento progressivo delle tasse, la svalutazione della moneta sono stati sempre il principio della decadenza delle società  e hanno annunziato il principio della fine della loro indipendenza” (pagina 55 e 56).
In conclusione.
Sebbene buona parte di questi argomenti appaiono – o possano apparire – ovvi, scontati e finanche dozzinali (si tenga sempre presente che li ha scritti un signore nato nel 1882), si può partire da queste considerazioni per fare alcune valutazioni.
Primo: la più parte di quelli che si definiscono conservatori – penso ai tradizionalisti, agli atei devoti o ai teocon – conservatori veri, almeno per Prezzolini (che in materia aveva titoli per parlare), non sono.
Secondo: la più parte di coloro che – avversandoli – parlano di conservatori, nemmeno sanno di cosa stiano parlando (e questo avviene soprattutto tra i sinistri).
Terzo: ovviamente le argomentazioni di Prezzolini sono “antiche”, anche perché non tengono conto – e come potrebbe essere diversamente (visto che il libro è del 1972) – delle evoluzioni che – ad esempio negli anni ´80 – avrebbe avuto il movimento conservatore.
Il conservatorismo mondiale, infatti, nei decenni successivi alla pubblicazione del Manifesto dei Conservatori, venne assumendo tratti ancora più marcatamente liberali e liberisti.
Intrecciando rapporti sempre più stretti anche con il mondo libertarian (da sempre fucina di elaborazioni economiche essenziali).
Le supply-side economics, le nuove teorie sulla tassazione e nuove formulazioni sui compiti dello stato (deregulation), hanno contribuito a dare voce ad una politica più improntata al sincretismo e al “meticciato”, in casa conservatrice.
Dando più compiutamente sostanza a quella “creatura” – il “liberal-conservatore” – che nascendo dal meglio delle due tradizioni politiche (quella liberale e quella conservatrice), ha prodotto nel mondo intero – non solo l´emulazione da parte della sinistra vincente: Blair e Clinton, ad esempio – ma anche risultati concreti e utili ovunque: più occupazione, più ricchezza pro capite, minore povertà , più libertà  individuali, più benessere.
Dunque il termine conservatore non è una parolaccia (anzi: è più di un complimento).
Il problema, è che nove volte su dieci, è usato – e per autodefinirsi – da individui che conservatori non sono.
Per questo quelli come me, per seguire il monito di Prezzolini (per cui il Vero Conservatore “deve guardarsi bene dal confondersi” con altri che conservatori veri non siano), preferiscono usare l´espressione “liberale di destra” quando parlano di sé.
P.S.: ovviamente non basta un post per descrivere, in modo completo, cosa sia un conservatore.

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